Cristina Cianci
Vive e lavora a Baiano (Av)
Nel 2004 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli, in Decorazione Pittorica; nel 2005 si specializza in Grafica presso la stessa Accademia.
Nel 2003, nel 2005 e nel 2006 frequenta corsi di incisione tenuti presso l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.
Nel 2004 è finalista al “Premio Nazionale delle Arti”, organizzato dal M.I.U.R. presso il Museo degli Strumenti Musicali di Roma con l’opera “l’Albero, 2003”.
Dal 2013 l’opera fa parte della collezione del museo d’Arte Religiosa ContemporaneA – ARCA presso il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, Napoli.
Nel 2015 realizza la scenografia “Terre mie”, (m5x4) per la XXI edizione del “Concerto dell’Epifania” tenutosi presso il Teatro Mediterraneo, Mostra d’Oltremare il 4 gennaio 2016, organizzato da Oltre il Chiostro Onlus, Rai Cultura e Rai Uno.
I suoi lavori sono presenti in alcune collezioni pubbliche:
- Museo d’Arte Religiosa ContemporaneA – ARCA presso il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, Napoli
- Museo MACS – Arte Contemporanea – S. Maria Capua Vetere
- Collezione Permanente, Palazzo delle Arti – Capodrise
- Museo Multimediale delle Acque Campane presso il Santuario Madonna dell’Arco, S. Anastasia
- PIMAC – Pinacoteca d’Arte Contemporanea – Città di Montoro
Principali Mostre
- Nel maggio 2005 partecipa alla “Primaverile A.R.G.A.M.” presso la galleria “Studio-S Arte Contemporanea” di Roma;
- Nel settembre 2005 è presente alla mostra “INVENIT”, a cura dell’Accademia di Belle Arti, Castel dell’Ovo, Napoli;
- Nel 2006, partecipa alla collettiva “60 Anni della Repubblica Italiana” tenutasi presso il Palazzo Comunale di Ponticelli, Na;
- Nel 2011, partecipa al ARTMONACO ’11 – Salon d’Art Contemporain, tenutosi presso il Forum Grimaldi, Principato di Monaco;
- Nel 2012, partecipa alla collettiva “Kunstart 12 – biennal art fair for emerging contemporary art” tenutasi presso la Fierabolzano, Bolzano;
- Nel 2013 torna nel Principato di Monaco con il “gemlucART” Councours International d’Art Contemporain, Auditorium Ranieri III;
- Nel 2015 partecipa al NAF Napoli Arte Fiera Napoli, tenutasi presso la Mostra D’Oltremare di Napoli; 2015 partecipa all’Artperformingfestival – East and West Crossroad, Castel dell’Ovo, Napoli;
- Nel 2017 partecipa alla collettiva tenutasi presso il MUSEO MACS Arte Contemporanea – S.M. Capua Vetere;
- In occasione della Giornata Mondiale del Libro, aprile 2018, partecipa all’Arazzo Libresco “Questo Non È Un Lavoro Ma Una Lavorazione.” – Interventi di 80 artisti sul librino “12 Volte La Carta” di V. Magrelli, progetto e cura de “Il Filo di Partenope” – Napoli;
- Nel 2018 torna ad esporre nel Museo MACS Arte Contemporanea – S. Maria Capua Vetere, nella collettiva “Collezione Mithra”;
- Nel 2022 partecipa alla collettiva “internationalmeetingofcontemporaryart” IV edizione – Villa Fiorentino – Sorrento;
- Nel 2022 partecipa ad “INCARNATI, l’immaginario dentro la storia” – Caserta, San Pietro Apostolo in Aldifredi;
- Nel 2024, personale, “Anatomia del vuoto” – Museo Irpino – Complesso Monumentale Carcere Borbonico, Avellino;
- Sempre nel 2024, partecipa alla collettiva “HYDRO, la fede nel tempo della sete” – Battistero Paleocristiano complesso monumentale S. Maria Maggiore – Nocera Inferiore;
- Ancora nel 2024, partecipa alla Fiera Arte In Nuvola – Roma, con la Axrt Contemporary Gallery di Avellino.
Opere Realizzzate
Anni di Esperienza
Pubblicazioni
Dicono di me
Testimonianze che ispirano
Michelangelo Giovinale
La pratica artistica di Cristina Cianci è un rito quotidiano, quasi sciamanico. Da oltre vent’anni, l’artista manipola la materia per contenere il vuoto, per dargli forma e ascolto. Le sue opere non nascono da un’esigenza estetica, ma da un’urgenza interiore: scavare nelle assenze, nelle ferite, nei silenzi. È un lavoro silenzioso e profondo, capace di trasformare il vuoto in memoria viva.
Michelangelo Giovinale
Cartapesta, fibre, colla. Materiali poveri, antichi, usati con rigore e poesia. Cristina Cianci plasma con le mani ciò che sembra immateriale: il tempo, il dolore, la coscienza. Ogni anfora, ogni ciotola è una soglia tra passato e presente, tra la concretezza della forma e la leggerezza del vuoto. Un’opera di pazienza e ascolto, fedele alla memoria delle cose.
Michelangelo Giovinale
Per Cristina Cianci il vuoto è una dimensione esistenziale. Non è semplice assenza, ma luogo dell’anima, spazio dove si sedimentano esperienze, perdite, affetti. Attraverso la materia, l’artista esplora il senso di questa mancanza. Le sue forme contengono e raccontano, sussurrano storie di memoria e di attesa, restituendo una profonda umanità al silenzio.
Michelangelo Giovinale
Nel ciclo della Grande Madre, Cristina Cianci indaga il femminile come archetipo universale. Figure senza volto, seni come fiori, ventri che accolgono e proteggono. Sono icone di maternità e potere generativo, ma anche metafore di fragilità e spaesamento. Un lavoro che affonda nel mito per parlare al presente, e che restituisce sacralità all’esperienza di essere donna.
Michelangelo Giovinale
La forma, per Cianci, è un confine vivo, una soglia sacra. Nei suoi lavori le immagini sono chiare, essenziali, ma evocano costantemente una mancanza. È in questo vuoto che si genera il senso. Lo spazio è parte attiva della creazione, non solo contenuto ma linguaggio: un’eco visiva che interroga lo sguardo e la coscienza.


